Importanza dei Controlli in Dermatologia

In Medicina, e quindi anche in Dermatologia, ci sono malattie facili da curare e altre più subdole, complicate da diagnosticare o difficili da trattare. Ecco perché le visite di controllo sono fondamentali.

Presentarsi a un controllo serve per valutare se una lesione osservata in precedenza è rimasta invariata o è cambiata, se una terapia è efficace, se ci sono stati problemi di aderenza a un trattamento consigliato, etc..

Per alcune condizioni si può interrompere la terapia dopo un tempo stabilito, magari prevedibile e quindi già previsto durante la prima visita, e il problema si risolve senza che sia nemmeno necessaria una rivalutazione (questo vale ad es. per i trattamenti per tenere “piatte” le cheratosi seborroiche).

Ci sono inoltre casi in cui un paziente deve continuare una cura per un periodo di tempo più o meno lungo e, se non ha problemi con i farmaci prescritti, può proseguire la terapia in autonomia e tornare a controllo a sua discrezione, solo se necessario (es. per le xerosi cutanee o per la scelta di prodotti antinfiammatori di mantenimento terapeutico in varie dermatiti).

Poi, esistono delle malattie o condizioni cliniche per le quali risulta necessario sottoporsi a controlli più frequenti o comunque periodici.

Questo può accadere per vari motivi. Vediamo i principali:

1. Alcune terapie devono essere strettamente monitorate dallo specialista

  • Alcuni farmaci possono avere effetti collaterali, anche gravi, e pertanto deve essere effettuato uno stretto e attento follow up, anche con prescrizione e controllo di esami ematochimici durante tutto il ciclo terapeutico (es. i retinoidi per l’acne severa o per i linfomi cutanei)
  • Certi medicinali sono da scalare sotto rigoroso controllo medico (es. i cortisonici)

2. Alcune malattie si mimetizzano e sono difficili da inquadrare

  • Alcuni sintomi e lesioni sono comuni a più patologie per cui serve una diagnosi differenziale (ne sono esempi i vari tipi di eczemi, di orticaria, di connettiviti)
  • Le malattie dermatologiche possono presentarsi con manifestazioni sfumate o poco chiare (quali le forme iniziali di linfomi cutanei; un rossore della pelle o il prurito possono essere segni di disturbi di scarsa importanza come i pidocchi ma anche di malattie sistemiche molto serie)
  • Le lesioni possono risultare alterate dal grattamento, da sovrainfezioni o dall’uso di creme, unguenti o altro, soprattutto se datano da molto tempo (come la scabbia) e se diventano croniche (quali le dermatiti lichenoidi)

3. A volte ritornano

  • Certe malattie, soprattutto quelle cronico-recidivanti, migliorano ma poi talvolta tendono a riacutizzarsi (è il caso della psoriasi e della dermatite atopica)
  • Alcuni germi perdono sensibilità ai farmaci (un esempio classico è la pitiriasi versicolore)

4. Ogni persona risponde in modo diverso alle cure

  • Talvolta i disturbi, sebbene la diagnosi sia corretta, non rispondono bene a una terapia, anche se “di prima scelta”, perché ogni persona è diversa e ha un metabolismo diverso: uno stesso farmaco per molti può essere efficace, per qualcuno inefficace, o per qualcun altro ancora può essere addirittura inutilizzabile o dannoso (per esempio perché interferisce con altri medicinali in uso, per problemi di allergie, di ipersensibilità o di resistenza individuali, etc.)

Inoltre, ci sono delle situazioni in cui uno o più appuntamenti successivi al primo servono per:

5. Effettuare accertamenti in studio

  • test per le allergie (per esempio, per i patch test servono ben 3 appuntamenti),
  • biopsie diagnostiche per malattie particolari o casi complessi,
  • esami alla lampada di Wood per studiare macchie e vari tipi di infezioni,
  • controlli in dermoscopia / videodermoscopia (es. per neoformazioni pigmentarie multiple e/o in accrescimento nel tempo);

6. Visionare accertamenti eseguiti presso altre strutture

  • visite specialistiche di completamento (es. visita reumatologica nella psoriasi nel paziente che ha dolori alle articolazioni, visita ginecologica nella paziente con acne, etc.),
  • esami ematochimici (es. per le malattie autoimmuni),
  • esami degli altri fluidi biologici (es. genotipizzazione HPV su urine o sperma),
  • temponi cutanei (per ricerca germi comuni o miceti su lesioni infettive),
  • ecografie (es. per delimitazione di lipomi o cisti, studio con il color doppler della circolazione periferica, etc.),
  • radiografie (es. perle esostosi subungueali);

7. Eseguire procedure e trattamenti

Non deve sembrare strano che venga programmato un ulteriore appuntamento per procedure e trattamenti per cui è richiesto l’uso di strumentazione particolare, quando serve tempo per un’esecuzione accurata. Non effettuare trattamenti “importanti” e “invasivi” durante la prima visita rappresenta una garanzia per il paziente: il medico ha modo di studiare bene il caso e le tecniche da usare per eseguire al meglio la procedura e il paziente ha il tempo di riflettere bene sulla procedura proposta, sui suoi vantaggi e svantaggi e sulle possibili alternative illustrate durante la visita (rendendo “vero” il consenso informato) soprattutto per:

  • asportazione chirurgiche (come nel caso delle exeresi dei tumori cutanei),
  • crioterapia ed elettroterapia (es. per rimozione di cheratosi attiniche),
  • laserterapia (es. per asportazione di verruche),
  • peeling chimici (es. per trattamento di acne e macchie),
  • altre procedure per eliminazione e correzione di inestetismi vari.

A volte si dice che “la medicina non è una scienza esatta, che non è come la matematica in cui 2 + 2 dà 4” ma se ci riflettiamo bene, è un po’ come la matematica perché 2 + 2 non sempre dà 4…

…in che senso?

Come 2 + 2 può dare 0 se c’è un segno – (meno) davanti al primo 2, allo stesso modo in medicina, e quindi anche in dermatologia, il “-” può esserci, ben nascosto e non sempre facile da scoprire.

Quindi in breve, ricordiamo che ci sono:

  • malattie difficili da inquadrare;
  • malattie che possono richiedere accertamenti multi-step;
  • malattie difficili da curare.

Se non si guarisce immediatamente non bisogna scoraggiarsi: se le terapie effettuate non sortiscono l’effetto voluto (perché le lesioni migliorano solo in parte o non migliorano per niente) significa che sono necessari ulteriori accertamenti diagnostici oppure terapie alternative.

Ogni medico desidera il successo delle terapie prescritte: per vocazione, e anche per un pizzico di orgoglio, un dottore vuole sempre che il suo paziente guarisca e sia soddisfatto ed anche un fallimento terapeutico può essere utile per arrivare alla diagnosi e alle cure e, pure quando non si può guarire, farà tutto il possibile per aiutarvi a stare meglio.

Abbiate fiducia nel vostro specialista, che quando vi suggerisce un controllo non lo fa per guadagnare di più ma solo perché vuole essere certo che stiate bene e che le cure stiano dando i risultati attesi.

SD

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